Filò | umanesimo e scienza

Ricordare, raccontare, immaginare

Il Feletto

Paesaggi ariosi disegnati dalla natura e dall’uomo e resi celebri da Cima di Conegliano, silenzi, una storia millenaria, ospitalità che nasce dal cuore: questo è il Feletto, dal 2019 nel sito Unesco delle Colline del Prosecco.

Una tradizione antica

Nelle fredde sere d’inverno dell’Italia centro-settentrionale, in montagna come in pianura, le genti contadine si ritrovavano per “Far filò”. Alla luce fioca delle lampade a olio e avvolti dal tepore, dalle voci e dagli odori degli animali, donne e uomini si dedicavano a piccoli lavori domestici: le donne filavano, cucivano, ricamavano e lavoravano a maglia e gli uomini intrecciavano cesti, intagliavano il legno, realizzavano attrezzi e utensili. Per tener desta l’attenzione si chiacchierava, si cantava, si raccontavano storie, si recitavano rosario, litanie, poesie e filastrocche in una contaminazione continua di sacro e profano. C’era un’atmosfera intima, complice che riscaldava l’anima, confortava il dolore, esorcizzava la paura…E così dalla notte dei tempi fino alla metà del Novecento, quando con il boom economico tutto cessò.

Il Filò è una forma di socialità arcaica e universale perché propria dell’uomo. Oggi sarebbe definito un sistema sostenibile. Sotto il profilo antropologico, essa si configura come spazio-tempo dell’incontro e del dialogo intimo e profondo tra generazioni, dove la condivisione di valori, esperienze e conoscenze dava forma, sostanza e senso all’identità singola e collettiva, all’essere comunità e allo scorrere del tempo. Al centro la parola detta, recitata e cantata, le mani che fanno e l’altro.

Una domanda

Da sempre siamo in lotta con il tempo. Una lotta, in cui si sa chi vince. Ma non ci siamo arresi. Lo stare insieme ci ha permesso di trasformare la paura in conoscenza e di costruire il nostro tempo. Più cresceva la nostra conoscenza, più accelerava il nostro tempo e la convinzione di poterlo dominare. Siamo diventati una forza geologica che ha sconvolto e sta sconvolgendo il Pianeta, ipotecando la nostra stessa sopravvivenza. Oggi, era dell’Antropocene, non abbiamo più tempo. Le sfide che già da ora dobbiamo affrontare (crisi climatica ed ecologica, il post pandemia, guerre, post-globalizzazione, diseguaglianze…) richiedono uno sforzo individuale e collettivo senza precedenti. Come affrontarle consapevolmente per costruire un futuro umano ?

Un sogno

Da sempre coltiviamo il sogno di creare uno spazio-tempo permanente di dialogo tra umanesimo e scienza.
Siamo creature complesse, fatte di relazioni. Il neuroscienziato Jean-Pierre Changeux sostiene che le contrapposizioni corpo-spirito, naturale-culturale, spirituale-materiale, che da sempre animano la riflessione filosofica e non, sono oggi anacronistiche. Ma sulle nostre spalle portiamo il fardello di secoli di contrapposizioni che oggi sono fossati profondi per effetto delle trasformazioni irreversibili prodotte dalla forza di fuoco incontrollabile del nostro agire. Dentro e fuori di noi il dialogo si è a poco a poco interrotto e con esso la coscienza di essere organismi complessi in un eco sistema sociale e naturale complesso. Solo la capacità di com-prendere, di mettere insieme e di essere comunità nella sua dimensione locale e globale ci permetterà di cogliere l’essenza dei cambiamenti in atto e porre al centro di ogni scelta personale e collettiva l’uomo per garantire a tutti una vita presente e futura autentica e dignitosa

Filò: laboratorio tra umanesimo e scienza

Intrecciando tutti questi fili a poco a poco il sogno è diventato realtà ed è nato Filò | Feletto lab, laboratorio tra umanesimo e scienza. Esso, come il filò della tradizione, vuole essere uno spazio reale di incontro e dialogo intimo e profondo tra persone e idee per ricordare ed immaginare, comprendendo la complessità dell’oggi.

Ogni anno, dalla primavera all’autunno nella cornice suggestiva delle colline del Feletto, un tema analizzato attraverso lo strumento critico del dialogo tra generazioni, tra passato e futuro, tra scienza, scienze sociali e umane, tra tecnologia, arte e letteratura, tra filosofia e musica. Viaggeremo nel tempo, nella conoscenza e in noi attraverso incontri, concerti, laboratori ed esplorazioni di varia natura di luoghi vicini e lontani.

Da aprile all’autunno inoltrato la prima edizione: ORDINE E DISORDINE: QUESTIONI DI RITMO