Nel cuore del Feletto

Passeggiata lungo il sentiero naturalistico dedicato a Papa Giovanni XXIII

Dove eravamo rimasti ?

Dopo due anni di silenzio, a poco a poco riprendiamo il nostro dialogo con le persone di ieri e di oggi e con il territorio. Torniamo a tessere la nostra rete dell’entusiasmo. Nel mese di novembre 2019 avevamo riflettuto su come due azioni quella del toccare e quella del touch nella apparente identità linguistica esprimano due diversi modi di entrare in relazione con il mondo. Sotto il profilo antropologico, culturale e cognitivo le mani raccontano il cammino dell’uomo verso la civiltà. Le mani ci rendono umani, scriveva Heidegger. Un mese dopo le nostre riflessioni, maturate insieme a Francesco Clemente dell’Istituto di Biorobotica della Scuola di Sant’Anna di Pisa, a Nuccio Ordine, ordinario di Letteratura italiana all’Università della Calabria, a Francesco Sabatini e Maria Luisa Villa dell’Accademia della Crusca, si sono rivelate profetiche, nostro malgrado. Il “Touch” ha prevalso sul “Toccare” e la nostra vita è diventata improvvisamente disumana nell’assenza di contatti fisici e di socialità.

Nel silenzio, scelto ostinatamente da noi come forma di resilienza, abbiamo continuato a lavorare, a riflettere, a creare, ad essere vicino ai giovani…

Ora proprio il tempo apparentemente immobile del silenzio ci ha stimolato guardare con occhi nuovi dentro e fuori di noi, ad ascoltare i luoghi nei quali viviamo, che nella quotidianità prepandemia frequentavamo in modo distratto nella affannosa e freneticacorsa verso una meta sconosciuta nel tempo e nello spazio. Questi luoghi ci hanno sempre parlato, ma noi non li ascoltavamo, nella presunzione umana che quanto ci stavano dicendo avremmo potuto recuperarlo quando ci sarebbe stato il tempo. Il tempo è arrivato all’improvviso; essi ostinatamente ci parlano, ma noi ora a fatica comprendiamo la loro lingua ed insieme con essa la lingua parlata dalle vecchie generazioni… “Meno male che la vecchia parlata è un po’ come l’erba. Qua e là, anche sugli aridi muriccioli ai quali il cemento ha voluto senza pietà chiudere le fessure che s’aprivano tra un sasso e l’altro, l’erba rinasce, cresce e fiorisce ogni anno”. (Nilo Faldon, Rua di Feletto, Edizioni Tipse, Vittorio Veneto 1977, p.7). Con queste parole Don Nilo Faldon, primo storico del Feletto di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, descriveva il suo smarrimento nei confronti dell’irruzione dello sviluppo economico sul fragile tessuto del Felettano, rallegrandosi per la resistenza della lingua locale, che nonostante tutto resisteva. Si tratta di un fenomeno fisiologico: “tempus edax rerum” (il tempo divora le cose)…

Quanto abbiamo vissuto, lo smarrimento interiore e le paure dell’oggi hanno reso più forte la nostra volontà di impegnarci per la cultura, per il teriitorio, per i giovani; ora più che mai con piccoli gesti ed azioni vogliamo riprendere da dove avevamo lasciato ossia dalle mani. Le mani sono custodi della nostra memoria e ali verso il futuro. Se apriamo i nostri sensi vedremo e sentiremo venirci incontro le voci, le mani di quanti hanno abitato i luoghi oggi anche nostri. Dialogare con il passato significa proprio questo aprire i nostri sensi per per ritessere tela della nostra umanità.

Per questo nei mesi scorsi abbiamo lanciato all’Associazione Proloco di San Pietro di Feletto l’idea di rimetterci in cammino attraverso delle passeggiate musicali alla scoperta del Feletto.  La nostra progettualità hai incontrato la progettualità della Proloco e dell’Amministrazione Comunale ed  è’ nata la Passeggiata: percorrendo il sentiero di Papa Giovanni XXIII, che partendo dall’ antica Pieve di San Pietro di Feletto, fin dall’VIII sec. d. C punto di riferimento religioso per il Feletto e per i territori vicini, si dipanerà lungo il sentiero naturalistico ad anello dedicato a Papa Giovanni XXIII e si concluderà musicalmente sotto il porticato della Pieve stessa con il quintetto Filix flutes, ensemble di flauti, nato nell’ambito dei laboratori didattici della Fondazione nel 2021 e diretto da Elena Pessot

Nei tempi lontani alla messa domenicale presso la Pieve accorrevano i fedeli del Feletto e dei colli vicini (Formeniga, Refrontolo, Collalbrigo…). Il loro era un vero e proprio pellegrinaggio tra boschi e vigne, lungo sentieri ripidi e scoscesi. Scrive Don Nilo Faldon: “Il ritrovarsi insieme presso la Pieve una volta la settimana e per di più vicino ai propri morti, era certamente per il popolo un atto religioso; tuttavia è facile comprendere come ciò acquistasse anche importanza e valore di ordine sociale, culturale e perfino ricreativo”  

La Passeggiata in programma sabato 21 novembre 2021 sarà un tuffo nel nostro passato per ritrovarci e per immaginare un futuro umano.

  • Ritrovo e partenza dalla Pieve di San Pietro di Feletto alle ore 14.30 con arrivo alla Pieve alle ore 16.30
  • Momento Musicale, Quintetto Filix flutes

Presto on line le indicazioni per partecipare. Vi aspettiamo !

Esprimiamo la nostra gratitudine alla Proloco ed in particolare al suo Presidente per la stima accordataci e per il lavoro instancabile e prezioso per rendere possibile tutto ciò.

Guarda il ritratto di Papa Giovanni XXIII realizzato dal nostro Presidente Maio Pessott nel 1986 dopo essere stato ricevuto in udienza privata da SS.Papa Giovanni Paolo II.